Se ne è andata una leggenda del rock.
Eddie van Halen aveva appena 65 anni. Fonti a lui vicine hanno fatto sapere che è scomparso al St. John’s Hospital di Santa Monica, in California.
È raro che la parola “leggenda” venga utilizzata con il giusto peso ma, per Edward Lødewijk ‘Eddie’ Van Halen, olandese naturalizzato statunitense, non era affatto eccessiva. Durante la sua carriera è periodicamente arrivato ai gradini più alti di tutte le classifiche dedicate ai migliori chitarristi, annoverato non solamente come virtuoso ma anche tra gli artisti con lo stile più originale e innovativo.
Chiunque abbia cominciato a suonare la chitarra elettrica ha studiato con Eddie. Per la rivista Guitar World, Van Halen è sul podio mentre Rolling Stone lo ha classificato all’ottavo posto tra i cento migliori chitarristi di sempre e qualcuno lo ha addirittura definito “Il Paganini dell’elettrica”.
Per capire l’importanza di Eddie Van Halen, vale forse la pena ricordare un fatto noto molto significativo: amava suonare e non importava tanto per chi, quando ma come. Nel 1983 Quincy Jones gli chiese di fare l’assolo in Beat It di Michael Jackson:
Tutti i miei compagni dei Van Halen erano fuori città, così mi sono detto, “chi può suonare sul disco di questo ragazzino?”. Non volevo nulla. Ma forse un giorno Michael mi avrebbe dato lezioni di danza