E’ la domanda che tutti si stanno facendo da un pò di tempo e pare che la risposta sia sì.
Lo smart working permette di evitare l’emissione di circa 600 chilogrammi di anidride carbonica all’anno per lavoratore con notevoli risparmi in termini di tempo, distanza percorsa e carburant.
La risposta emerge da uno studio Enea sull’impatto ambientale dello smart working a Roma, Torino, Bologna e Trento nel quadriennio 2015-2018.
Nel nostro Paese circa una persona su due possiede un’autovettura: un dato che pone l’Italia al secondo posto in Europa per il più alto tasso di motorizzazione, dopo il Lussemburgo. In Italia i trasporti sono responsabili di oltre il 25% delle emissioni totali nazionali di gas ad effetto serra e quasi tutte provengono dal trasporto su gomma.
Il lavoro agile e tutte le altre forme di lavoro a distanza, tra cui lo smart working, hanno dimostrato di poter essere un importante strumento di cambiamento in grado non solo di migliorare la qualità di vita professionale e personale, ma anche di ridurre il traffico e l’inquinamento cittadino.
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